Un significativo numero di statuette antropomorfe e ciottoli incisi provengono dal villaggio tardo-neolitco di contrada Pirrone sul fiume Dirillo, nella Sicilia centro-orientale. Qui, già negli anni sessanta, nell'area del villaggio, e poi nel 1982, con l'inizio degli scavi si sono recuperate due statuette antropomorfe (stauetta "A" e "B"), un piccolo betilo litico e tre ciottoli incisi. Le due statuette antropomorfe (h. cm. 12 e cm. 18) sono caratterizzate da un forte schematismo: nella prima sono incisi gli arti superiori ed i contorni del viso; nella seconda la vulva; i volumi sono appena accennati. Un ciottolo è modellato a forma di violino. Altri ciottoli sono spezzati artificialmente e decorati con incisioni lungo il diametro maggiore o sul dorso. I ciottoli, e molto probabilmente anche le statuette antropomorfe, per associazione con ceramica del tipo di Diana si possono datare al tardo-neolitico siciliano. Queste testimonianze di arte mobile, veri e propri reperti d'arte "azeliana", sono senza dubbio successive ai ciottoli della Grotta di Cala Genovese, nell'isola di Levanzo, e in qualche modo contemporanei al betilo litico di Pizzo Caduta e alle due veneri di Cozzo Busonè. Queste importanti statuette antropomorfe siciliane testimoniano il culto della Dea Madre in Sicilia fino all'eneolitico inoltrato. |